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Il mare. | 105 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Geografia fisica, Geikie 1878.djvu{{padleft:113|3|0]]marini, e tutto si ridurrebbe in una impalpabile fanghiglia, se non fosse continuamente supplito da nuovo materiale che il mare riceve dai fiumi, o va direttamente a pigliarsi esso medesimo, demolendo le coste, come abbiam detto. Le sabbie stesse e le ghiaje, che ogni onda sospinge furiosa contra il lido, gli valgono a battere in breccia gli scogli. Una certa porzione del detrito si insinua anzi tutto nei crepacci e nei piccoli seni delle scogliere. I grani e i ciottoli, sdrucciolando e rotando sopra sè stessi ad ogni ondata, finiscono a trapanarne la base scavandovi delle caverne; precisamente come abbiam visto (§ 174) scavarsi a seni e cavernosità il letto e le sponde di un torrente che seco trascina ed aggira sabbie e ciottoli. I ciottoli, che rimangono triti alla loro volta in questo processo, sono immediatamente suppliti da altri che il mare vi sospinge. Entrando, a mare tranquillo, in una di queste caverne littorali, ne vedete le pareti e la vôlta rôse e lisciate, e il pavimento coperto di ciottoli lisci e rotondi.
iv. — il fondo del mare.
233. Il fondo del mare non ha, per quanto ci è noto, diversa configurazione da quella della superficie della terra ferma. Anch’esso ha rilievi e depressioni, valli e catene di monti. Noi non possiamo, è vero, vedere il fondo, dove l’acqua misuri appena qualche decina di metri d’altezza. Vi sono però gli scandagli, perfezionati ora a tal punto che, non solo misurano, per quanto sia enorme, la profondità dell’Oceano, ma ne tentano il fondo, e ve ne pongono sott’occhio tali saggi, che gli è come foste giù a vedere se esso sia sabbioso o fangoso, deserto o popolato di organismi marini.