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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ghislanzoni - Abrakadabra, Milano, Brigola, 1884.djvu{{padleft:116|3|0]] dola, oltrepassato il Faro cittadino, sostava all’altezza di duecento metri sopra il Quartiere di Misericordia.
Il gondoliere, per riconoscere la contrada sulla quale doveva calarsi, si pose agli occhi una chatvue[1], e dopo alcuni minuti di esplorazione, diede moto a’ suoi meccanismi, e scese rapidamente nella via di Riparazione, toccando terra presso la casa che gli era stata indicata.
Il giovane balzò dai cuscini, ed entrò nella casa senza dir motto al conduttore. Questi riprese l’alto colla sua gondola, e ristette sopra la porta ad aspettare che quegli uscisse.
L’Albani attraversò rapidamente la galleria terrena, o piuttosto un viale di rose d’ogni colore e fragranza, rischiarato da una luce artifiziale, in cui parevano fondersi il raggio melanconico della luna e il vivace candore del mattino.
Ad incontrarlo mosse una donna vestita di tunica bianca, le chiome raccolte in una reticella di perle e di topazi, splendenti come foglie irrorate dal mattino. La tunica, chiusa sul petto da una croce di diamanti, scendeva con ricca onda di pieghe fino all’estremo dello stivaletto. Senza cintura, senza ornamenti. Lo splendore dello sguardo, il vermiglio delle labbra, l’ebano delle chiome, rivelavano la donna sotto la effige dell’angelo.
— Che cercate, o fratello, nella casa di benedizione? — chiese la donna all’Albani con soavissimo accento.
— Io cerco — rispose il giovane con voce commossa. — io cerco il predicatore dell’evangelo, che fra i ministri porta il nome di fratello consolatore.
— Il ministro è assente — disse la donna — ma egli
- ↑ Chatvue, in lingua cosmica significa il cannocchiale concentratore della luce, le cui lenti danno all’occhio dell’uomo la facoltà di vedere nelle tenebre come veggono gli occhi del gatto. In italiano questo vocabolo potrebbe tradursi visogatto