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Questi a sua volta si levò in piedi.

— Cittadino Berretta — tuonò la voce dell’Inquirente — la legge ti interroga, la famiglia ti ascolta e Dio ti vede nel cuore[1]. Perchè hai tu posto il veto alla petizione di matrimonio civile inoltrata dal fratello Primo Albani in favore di Fidelia tua figlia?

— Nella mia qualità di Supremo Magistrato dell’Olona — risponde il Gran Proposto con voce commossa — sento che la più rigida osservanza delle leggi mi è sacro dovere. L’Albani ha violato la legge di dilazione; nella notte del 27 settembre, egli venne a Milano furtivamente e si intrattenne parecchie ore nei giardini della Villa Paradiso.

— È falso! — urlò l’Albani balzando in piedi coll’impeto del suo ardente carattere. E quel grido dell’anima concitata destò nella sala un eco tumultuoso.

Il Gran Proposto si fece pallido in viso.

— Cittadino Albani — riprese l’Anziano Inquirente — moderate i vostri impeti che a nulla giovano, se non forse a pregiudicarvi, quando in vostro favore non intercedano le irresistibili prove del fatto. Il cittadino Berretta ha recato sul banco della giustizia dei gravi documenti che appoggiano la sua asserzione, e noi, col vostro beneplacito, ne daremo contezza a quanti ci ascoltano.

— Si leggano i documenti! — rispose l’Albani assidendosi e chinando la testa fra le mani.

Al cominciare della lettura, l’attesa del pubblico era solenne e imponente il silenzio; ma appena il nome dell’ex barone Torresani autore del rapporto segreto risuonò nella sala, insorse da ogni parte un mormorio sinistro e provocante. Un Capo di sorveglianza pubblica non era meno detestato sotto il fraterno regime della Unione,

  1. Formola giudiziaria sostituita all’antico giuramento.
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