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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ghislanzoni - Abrakadabra, Milano, Brigola, 1884.djvu{{padleft:191|3|0]] candido braccio, e alzando la destra fece brillare allo sguardo degli assembrati un bellissimo carbonchio umano[1] sfavillante come l’astro di Venere.

L’emozione degli astanti toccava il parossismo.

L’inquirente, dopo breve attesa, raccolse dalla mano del Presidente il quesito finale già formulato e riveduto dagli Anziani e dai Seniori; indi, nel silenzio più opaco della assemblea, si volse a Fidelia:

— Adulta Fidelia Berretta: la legge ti interroga, la famiglia ti ascolta e Dio ti vede nel cuore. Puoi tu asserire che nella notte dal ventisette al ventotto settembre dell’anno corrente, l’adulto Redento o Primo Albani siasi intrattenuto teco a colloquio in Milano, e precisamente nella sua villa detta del Paradiso?...

— Sì! — rispose Fidelia senza esitare un istante.

L’Albani, che durante la interpellanza si era levato in sulla punta dei piedi, col labbro ansante e l’occhio iniettato di una luce che era fede e certezza, ricadde sulla seggiola mettendo un grido.

Ma un altro grido uscito da molti cuori di donne in quel medesimo punto, distrasse dall’Albani l’attenzione degli astanti per portarla sovra la figlia del Gran Proposto.

  1. Da oltre mezzo secolo la cremazione dei cadaveri venne da tutta Europa non solamente adottata ma prescritta come base di ogni rito funebre. Al momento di raccogliere le ceneri di un trapassato, accade talvolta di rinvenire nel centro dell’amianto funerario, al luogo ove posava il cuore del defunto, una pietra di color sanguigno più splendida e più dura dell’adamante. La superstizione si impadronì di questo fatto inesplicato dalla scienza, per fabbricarvi intorno le più strane congetture. La bella, splendidissima pietra prese il nome di carbonchio umano. Si suppose che le molecole vitali del defunto, rifuggendo, per un accidente chimico—elettrico non ancora esplorato, da tutte le estremità del corpo alle regioni del cuore, ivi si cristallizzino per formare il prezioso gioiello, che andò poi nella opinione del popolo acquistando il titolo di talismano onnipotente contro le forze occulte della perversità e della soperchieria umana.
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