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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ghislanzoni - Abrakadabra, Milano, Brigola, 1884.djvu{{padleft:198|3|0]] venimento venne festeggiato nelle principali città di Europa con luminarie e banchetti, ma tutti ricordano quali immediate prove di ravvedimento abbian fornito ai loro concittadini questi antichi martiri del cenobbio. Dalle finestre sparirono i candelabri, dalle mense le posate e le tovaglie.

«Voi avete supposto che le multe, la denunziazione pubblica, la nota di infamia e la morte civile potessero costituire, in un secolo illuminato, dei validi freni al delitto. Che faranno i ladri per soddisfare alle multe? La risposta è troppo ovvia: ruberanno. Le denunzie, le note di infamia potranno ancora far breccia, in quelle anime incallite al misfatto? Il più enorme dei vostri supplizii, la morte civile, ucciderà nel delinquente ogni senso di moralità; e voi lo vedrete, dopo i cinque anni di espiazione, ritornare al consorzio dei fratelli coll’odio di Caino nel cuore e con propositi atroci. I pochissimi rigenerati dalla espiazione, disperando dell’oblio promesso, soccomberanno alla lenta agonia del rimorso e della vergogna, o affretteranno il loro fine in una piscina dissolvente[1].

«A tale è giunta la Società umana, dopo tante fasi di rinnovamenti e di progressi.

«E guai se io sollevassi il velo che ricopre il mondo latente!

«Unico freno alla esplosione della completa anarchia rimane il terrore dell’ignoto e, diciamolo pure, quella

  1. La frequenza dei suicidi e gli orrendi spettacoli che da questi si producono, indussero i governi a stabilire, in ogni centro popoloso, delle piscine dette dissolventi, le cui acque fosforiche hanno facoltà di consumare in pochi secondi il corpo che vi si immerge. Dette piscine sono ordinariamente situate nelle case di piacere, e vegliate assiduamente da due Immolate, le quali hanno l’incarico di usare ogni mezzo di seduzione per distogliere i suicidi dal funesto proposito. — Veggasi più innanzi il capitolo: Una casa di Immolate.
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