< Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. I.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

Del Gemelli. 191

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. I.djvu{{padleft:223|3|0]]appena due uomini potevano abbracciarle; onde furono poi trasportati in Costantinopoli. Il Forte riferito è quadrato, con quattro picciole Torri negli angoli, e un’ottangolo nel mezzo: opra tutta della Religione. Dalla medesima all’opposto bastione, si tira una catena, per serrare il porto, il quale è poco sicuro; giacchè in tempo mio vi si perdè l’Almirante d’Algieri, e poco prima del mio arrivo un vascello, ed una saica.

Da questo porto si va nell’altro interiore, il quale è come una Darsena, e serve per legni piccioli. Egli ha due bocche, una nel mezzo, e l’altra vicino al Forte suddetto, dal quale sino alla Città è serrato di fabbrica.

In questo secondo porto su già il tanto rinomato Colosso di bronzo, posto in piedi da Charete[1], della Città di Lyndo, (discepolo del famoso statuario Lisippo,) il quale, nello spazio di dodeci anni[2], lo condusse a termine, colla spesa di trecento[3] talenti. L’altezza era di settanta cubiti, nè v’era persona, che potesse abbracciare il suo pollice[4]; essendo ogni dito quanto la più grande dell’antiche statue: di sorte che lo spazio fra le due gambe, serviva di passaggio a’ vascelli, che ivi


ve-

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. I.djvu{{padleft:223|3|0]]

  1. Atl. p. 3. descript. de Terrasanta.
  2. Plin. lib. 34. ch. 7. p. 602.
  3. Maillet descript. de l’Univer. to. 2. pag. 286.
  4. Marmot. del Afrique to. I. lin. 2. pag. 141.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.