< Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. IV.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

Del Gemelli. 153

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. IV.djvu{{padleft:179|3|0]]

Fanno loro grand’adorazioni, e riverenze, spezialmente quando vanno a desinare, o a cena, ungendone le bocche dell’imagini del grasso della carne cotta: e parte del pranzo, o cena in onore ancor loro pongono alla porta, credendo che coloro se ne cibino.

Molto più empia, e da ridere è l’adorazione[1], che i medesimi Tartari fanno ad un’Uom vivente, che chiamano Lama, cioè Gran Sacerdote, o Sacerdote de’ Sacerdoti; per cagion che da lui, siccome da fonte, venga loro tutta la ragion della Religione, e dell’Idolatria: chiamandolo perciò Padre eterno. Questo è adorato come Nume[2], non solo dagli abitanti del luogo, ma da tutti i Re della Tartaria, i quali si riconoscono a lui soggetti per la Religione; perloche non solo eglino, ma i lor popoli ancora vengono in pellegrinaggio con quantità di doni per adorarlo, qual Dio vero, e vivo. Ed egli a gran grazia in un luogo oscuro del suo palagio si lascia vedere, ornato di oro, e d’argento, ed Illuminato di più lampane appese; sedendo in un’origliere di drappo d’oro, sopra una predella ben elevata dal suolo, e coperta di finissimi tappeti. Così tutti gli si prostano avanti


con     

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. IV.djvu{{padleft:179|3|0]]

  1. Mallet. descript. dell’Univers. to. 2 pag. 20.
  2. P. Kircher China illustrata cap. 4. pag. 72.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.