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Del Gemelli. 163

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. IV.djvu{{padleft:189|3|0]]rogansi anche questi empi la potestà di far venir le pioggie a lor talento, e di farle cessare, e di divertir le pubbliche, o private sciagure. Questa setta ha oggidì ben pochi seguaci; essendo le due altre le più universali.

La terza setta è de’ Plebei, o Osciani, overo Bonzi, ch hanno Idoli, e deità figurate in istranissime guise, e mostruose apparenze: e fra gli altri hanno quei due nominatissimi fin’ nell’ ultimo Oriente, Amida, e Sciaca. Questi han per contrario istituto de’ Letterati il nulla curarsi del publico, ma solo attendere a se stessi: e danno all’anima dopo morte una vita immortale, ed a quella premio, e pena a ragione de’ meriti. Lodano il celibato; e la verginità, sin’a condennare, almeno sotto voce, il matrimonio. E pur come non vi ha gente più vile di quella per condizione, così neanche più di lei trista, e nefanda per le bestiali immondezze; onde peggio de’ più sozzi bruti alla rinfusa si mescolano.

Scrivono, che questa setta sì pestilenziosa sia dall’Indostan venuta[1] in tal maniera, per quel che si legge nell’Istorie de’ letterati Cinesi. Regnava nell’Impero della Cina nel 65. anno dopo il nasci-


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  1. P. Philip. complet. de scientia Sinicain via Confucij. p. 120.
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