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Del Gemelli. | 291 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. IV.djvu{{padleft:317|3|0]]andato a veder sua moglie; e se fussero i Cinesi tanto gran Profeti, ed Esculapj, non credo, che lo stesso Imperadore anderebbe in busca d’Europei. Soggiugne il Padre Bartoli[1], che essi curano spezialmente coll’inedia; tenendo l’infermo sette, quattordici, e per sino a venti giorni, senza dargli una bricciola di che che sia per cibo, ma acqua, quanto ne vuole; e due, e tre, e quattro volte sugo di pere. Io credo, che se il Padre Bartoli fusse soggiacciuto sei dì a tal sorte d’inedia, non avrebbe forse dato in luce tante virtuose fatiche. E poi i Cinesi son di carne, come noi altri, e d’altrettanta dilicata complessione. Egli dee anche sapersi, che i medici Cinesi fanno insieme il mestiere di Speziale; e dovunque vanno, fanno portarsi dietro la spezieria dal servidore. Se non sono chiamati la seconda volta, più non tornano; perche senza potersene eglino offendere, è libero all’infermo, d’avvalersi di qualunque altro. Si paga a’ medesimi la medicina, non la visita; e perciò a fine di soddisfare la loro avara natura, non lasciano mai di purgare, eziandio fuor di bisogno, adoprando pietre, semi, radici, erbe, frondi, corteccie, ed altri semplici, di cui acqui-
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- ↑ al luogo cit.