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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:142|3|0]]Non mi rimaneva che inviarle il mio servo, per aver pure un uomo intorno a me che oggi l’avesse veduta — e l’ho fatto. Figurati con che ansia sono stato aspettando il suo ritorno! con che trasporto di gioia l’ho veduto arrivare! Mi sarei gittato al suo collo e l’avrei baciato, se non m’avesse trattenuto il rossore di me stesso.

Dicesi che v’ha una pietra, la quale, esposta ai raggi del sole, se ne riveste, e la notte splende per alcun tempo nelle tenebre[1]. M’è sembrato che il servo potesse rassomigliarsi a quella pietra. L’idea che gli occhi di Carlotta aveano riposato sulla sua fronte, sulle sue guance, sui bottoni dell’abito, sul

  1. Allude, come si vede, alla barite, conosciuta volgarmente sotto il nome di pietra di Bologna. (Nota del traduttore italiano.)
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