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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:287|3|0]]ne d’atterrare quegli alberi venerati. Si doleva, la pazza, che le
- ↑ (benchè un po’ spostata, insieme con altre note in un romanzo) la definizione che di codeste letterute offre lo stesso Foscolo, in una epistola gentile a lady Dacre, da che, pur troppo! la malignità, che non è assai scarsa tra gli uomini, in verun angolo del mondo, e propende da per tutto a veder larve di bas bleus in chi appena si scosti dalla conocchia e si levi sul vuoto cicaleccio di merletti e cuffie, come se Dio avesse condannato le donne a non essere che creature da ninnoli e da confetti. Ecco, dunque, le parole d’Ugo: «Mi affretto a rispondervi per calmare, se è possibile, il vostro spavento; e senz’altro vi dico che il nome di bleu, col ridicolo che lo accompagna, deve applicarsi a quelle sole persone che ostentano più ingegno e sapere di quel che ne abbiano, e ne cianciano più che non si convenga al loro sesso e alla loro educazione. Ma, quando il sapere trasparisce da uno spirito che se ne è nutrito, e che tien conto delle bellezze e de’ difetti delle cose, non servendo a regole pedantesche, ma guidato da un profondo sentimento del bello, allora non può temere il nome di bleu, se non dalla bocca degli stolti, che sono dai savi derisi o compatiti, perchè solo lo stolto o lo stupido può non sentire la fiamma e la luce che emana dal genio; e
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