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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:38|3|0]]fossero visitati dall’ala di benefici spiriti[1]. Oh, chi non ha avuto di

  1. Nelle carte ebraiche occorrono frequenti i passi che accennano all’importanza solenne delle fonti. Rousseau, nel suo Essai sur l’origine des langues, avea già citato il Capo XXI della Genesi, a proposito della querela insorta tra Abramo e Abimelech, per la violenta occupazione di un pozzo, che sortì poscia il nome di Beerseba, ossia pozzo del giuramento. Secondo il Capo XLVI dello stesso Libro, veniva esule, più tardi, a quel medesimo pozzo Israele, e vi facea sagrificii al Dio d’Isacco. Tutti sanno di Agar (Capo XVI), trovata dall’Angelo presso una fonte, nel deserto, che dai portenti annunciato è poi chiamato il pozzo della visione. Nel Capo II dell’Esodo, leggesi di Mosè, il quale, fuggendo dall’ira di Faraone, va a ricoverarsi tra’ Madianiti, ove s’asside ad un pozzo, e venutevi le figlie del Sacerdote, le aiuta ad attinger acqua e ad abbeverare il gregge, perchè il padre, a rimeritargli il servigio, gli assente una delle sue figliuole in isposa. Del resto, il pozzo, a cui in questa lettura si allude, vedesi ancora oggidì ne’ dintorni di Wetzlar, dinanzi alla così detta Porta di Wilbach (Wilbacher Thor), ed è visitatissimo dai viaggiatori. E gli abitanti, a memoria del poeta, l’hanno denominato il pozzo di Werther. (Nota del traduttore.)
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