< Pagina:Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
ma non forse inutile. | 445 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:451|3|0]]effetti; nessun principio senza conseguenza. L’idea d’un Dio Padre non può scompagnarsi dall’idea del dovere ne’ suoi figli; l’immortalità dell’anima fa del dovere una dottrina, un principio, che non può spegnersi colla morte del corpo.
Ora, se il dovere è legge innata dell’anima, e la governa, ogni atto dell’umana vita debb’essere informato ad esso; il fine ultimo dell’esistenza, nell’animale fornito di ragione, non può essere adunque la felicità, non può essere la gioia, il piacere, l’appagamento dei sensi, di quanto, insomma, è de-
- ↑ di Giulia: «Tu, che credi nell’esistenza di Dio, nell’esistenza di un’anima immortale, e nella libertà dell’uomo, tu non pensi certo che un essere intelligente riceva un corpo e sia collocato sulla Terra, a casaccio, solo per vivere, soffrire e morire. Non ha, per avventura, la vita umana uno scopo, un fine, un obbietto morale?» — La nouvelle Héloïse, P. III, lett. XXII.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.