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ma non forse inutile. 479

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:485|3|0]]nette, io non lo avrei mai pubblicato. Or me ne pento davvero, e solo mi conforta la certezza che quelle afflitte mie pagine, se destano la gioventù alla meditazione e al dolore, la guidano ad ogni modo alla virtù ed al vero amore, la più santa e la più bella della passioni, quando non tende che a sacrificarsi per la persona che si ama: e felice me se io potessi sacrificarmi per voi! Ditemi, se voi sapeste che io avessi perduta la vita per voi, se voi mai sapeste ch’io l’ho aborrita e sfuggita per cagion vostra, potreste voi mai avere i vostri sonni tranquilli? potreste udir più pronunziare il mio nome, senza fremere dentro voi stessa? E spesso sareste tentata a credere che io non v’amava, poichè, cercando io l’eterna mia pace, vi ho abbandonata a lunghi e crudeli rimorsi.»[1]

  1. Foscolo, Epistolario: edizione Le Monnier, 1852; vol. I, pag. 475.
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