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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:97|3|0]]intorno intorno: guardò a vicenda il cielo e me — aveva una lagrima nell’occhio — indi pose la sua mano sulla mia, e bisbigliò il nome di Klopstock. Mi corse tosto alla memoria la splendida Ode, che in quel momento le vagava nell’idea, e il torrente delle sensazioni che allora la invase, mi trascinò nell’onda sua. Non resistetti: mi chinai sulla sua mano, e la baciai, in mezzo a uno scoppio di lagrime, piene di mesta dolcezza — poi gli occhi miei tornarono a fissarsi nei suoi. — Oh, nobile ingegno, perchè non hai tu potuto mirare la tua apoteosi in quello sguardo! E or faccia Iddio ch’io più non oda pronunciare il tuo nome, sì sovente profanato dalla moltitudine[1]!

  1. Credo che l’Ode del Klopstock, a cui qui accenna l’autore, sia quella intitolata Die
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