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L'UOMO DI MONDO 181

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Truffaldino. O la va longa la musica. (torna a vedere)

Smeraldina. M’ha dito sior Momolo, che nol vol che fazza più sto mestier; che el vol che fazza qualcossa de più utile e de manco fadiga; se no me marido, bisognerà che me inzegna.

Truffaldino. (Maledetto colù, nol vol andar via). (da sè)

Smeraldina. Sta volta chi giera?

Truffaldino. Uno che ha falà la porta.

Smeraldina. Che no sia qualcun, che me porta dei drappi.

Truffaldino. Se el fusse un de quei, che porta, l’averave lassà vegnir.

Smeraldina. I torna a batter.

Truffaldino. Lassa che i batta.

Smeraldina. Voggio andar a veder mi.

Truffaldino. Anderò mi.

Smeraldina. No, no, voggio andar mi. (va a vedere)

Truffaldino. Schiavo sior. La ghe averze; e el vien desuso. Se noi me dona almanco un da diese, lo butto zo de la scala. Ho una fame, che no posso più.

SCENA XIV.

Lucindo, Smeraldina, Truffaldino.

Smeraldia. Poveretto, i l’ha fatto star de fora quel che sta ben[lower-alpha 1]?

Lucindo. Credevo non mi voleste più in vostra casa.

Truffaldino. El gh’ha del strologo sior Lucindo.

Lucindo. E dunque vero, che non mi volete?

Smeraldina. Chi dixe sta cossa? me maraveggio. Sior Lucindo? el xe paron, e vu no ve ne stè a impazzar. (a Truffaldino)

Truffaldino. Tutto el zorno el vien qua, e no se pol descorer dei so interessi.

Lucindo. Avete qualche affare con vostra sorella? Fate pure i fatti vostri, io non vi do soggezione.

  1. Frase, che vuol dire moltissimo.
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