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LA DONNA DI GARBO 445

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Rosaura. Senti: aspetteremo che tutti sieno a letto, ed anche quel furbo di Brighella ch’io non posso vedere; poi pian piano tutti due ce ne anderemo in cucina. Io già avrò preparato il bisogno; onde bel bello accenderemo il fuoco, empiremo una bellissima caldaia d’acqua, e la porremo sopra le fiamme. Quando l'acqua comincierà a mormorare, io prenderò di quell'ingrediente, in polvere bellissima come l’oro, chiamata farina gialla[1]; e a poco a poco anderò fondendola nella caldaia, nella quale tu con una sapientissima verga andrai facendo dei circoli e delle linee. Quando la materia sarà condensata, la leveremo dal fuoco, e tutti due di concerto, con un cucchiaio per uno, la faremo passare dalla caldaia ad un piatto. Vi cacceremo poi sopra di mano in mano un’abbondante porzione di fresco, giallo e delicato butirro, poi altrettanto grasso, giallo e ben grattato formaggio: e poi? E poi Arlecchino e Rosaura, uno da una parte, l’altro dall’altra, con una forcina in mano per cadauno, prenderemo[2] due o tre bocconi in una volta di quella ben condizionata polenta, e ne faremo[3] una mangiata da imperadore; e poi? E poi preparerò un paio di fiaschi di dolcissimo, preziosissimo vino, e tutti due ce li goderemo sino all’intiera consumazione. Che ti pare. Arlecchino, andrà bene così?

Arlecchino. Oh, tasi, cara ti, che ti me fa andar in deliquio[4].

Rosaura. Eh, Arlecchino, ne faremmo spesso di queste merendine, se tu mi volessi bene.

Arlecchino. Mi te vorave ben mi, ma ti è ti, che ti me burli.

Rosaura. Eh, furbacchiotto, credi ch’io non sappia tutte le tue pratiche?

Arlecchino. Cossa podì saver de mi?

Rosaura. Io so benissimo che vai ad aiutare a far bucato alla lavandaia, e perchè? Per quella sciocca della sua figliuola[5].

Arlecchino. Oh no, in coscienza mia.


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  1. Bettin. e Paper.: di quell'ingrediente in polvere, bellissimo come l’oro, chiamato farina gialla.
  2. Bettin.: prenderanno.
  3. Bettin.: faranno.
  4. Bettin. aggiunge: Va là, che ti è una donna de garbo.
  5. Bettin. e Paper.: per quella marfisa della sua figlia.
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