< Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1907, I.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

LA DONNA DI GARBO 481

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1907, I.djvu{{padleft:537|3|0]]

ATTO TERZO..

SCENA PRIMA.

Brighella, poi Ottavio.

Brighella. Mai più ghe credo. Sia maledette le so cabale[1] e el so poco giudizio. Povero el mio filippo[lower-alpha 1], l’è pur andà malamente! Tolè, gnanca un numero no xe vegnìi fora de quei che ha messo quel matto del mio patron. Vardè qua: in tre firme un numero solo. Sia maledetto quando ho zogà: no voggio gnanca adosso ste firme; andè in malora, (getta le firme in terra) Ma velo qua: oh, co brutto ch’el xe!

Ottavio. Oh ignoranza! Oh ignoranza!

Brighella. Coss’è, sior patron? L’avemo fatta bella.

  1. Moneta dello Stato di Milano che vale dieci paoli all’incirca.
  1. Nell’ed. Zatta questo e manca.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.