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L'UOMO PRUDENTE 225

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Florindo. Dov’è la signora Rosaura? (a Colombina)

Beatrice. Cercate la signora Rosaura, eh? Mi meraviglio di voi. Siete un uomo incivile. Avete commessa un’azione troppo indegna.

Florindo. Ma, signora, l’affare è già accomodato. Il signor Pantalone si contenta...

Beatrice. Se se ne contenta il signor Pantalone, non me ne contento io. Che! Io dunque non conto per nulla in questa casa? Senza mia saputa si fanno i matrimoni? E voi avete per me sì poco rispetto?

Florindo. L’occasione nella quale mi sono ritrovato...

Beatrice. Sì sì, v’intendo; vorreste scusarvi, ma poco servono le vostre scuse, se non mi date una ben giusta soddisfazione.

Florindo. Signora, comandate; sono pronto a far tutto, per comprovarvi il rispetto che professo alla vostra persona.

Beatrice. In questo punto dovete andarvene di casa mia.

Florindo. Senza concludere il matrimonio?...

Beatrice. Differitelo ad altro tempo. Vi avviserò io, quando mi parrà che si faccia.

Florindo. Ma la signora Rosaura...

Beatrice. Ella dipende dal mio volere.

Florindo. E il signor Pantalone?

Beatrice. Sarà mia cura di far[1] con esso le vostre giustificazioni.

Florindo. Almeno dar un addio alla sposa...

Beatrice. Questo è troppo. Non mi mettete al punto di mortificarvi ambedue.

Florindo. Mi par troppo amara...

Beatrice. Mi par troppo ardire il vostro.

Florindo. Perdonate.

Beatrice. Partite.

Florindo. Vi obbedisco. (Oh femmina disturbatrice[2] de’ miei contenti! ) (parte)

  1. Bettin., Sav., Zatta: il far.
  2. Bettin., Sav., Zatta: distruggitrice.
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