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162 | ATTO SECONDO |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, IV.djvu{{padleft:170|3|0]]
Lelio. Vi lodano infinitamente.
Rosaura. Mi lodano? Che dicono del mio discorso?
Lelio. Piace a tutti universalmente.
Rosaura. Il mio modo di vestire incontra?
Lelio. Assai.
Rosaura. Spero, che se mi vedranno ballare, faranno miglior concetto di me.
Lelio. Eh signora mia, il vostro discorso è elegante, il vostro portamento è grazioso; ma il vostro volto è adorabile[1].
Rosaura. Siete pur grazioso. Andiamo, contino, andiamo a tavola, venite a mangiar la zuppa con me.
Lelio. Mi sono preziose le grazie vostre[2]. (partono)
SCENA XIII[3].
Strada.
Il conte Ottavio, poi un Paggio della contessa Eleonora con viglietto.
Ottavio. Servir dama? Gran miseria al dì d’oggi! Sempre puntigli, sempre puntigli. L’uomo più flemmatico del mondo, quando si mette a servire una donna, ha da perder la pazienza, voglia o non voglia. Ecco un paggio della contessa Eleonora.
Paggio. La mia padrona manda questo viglietto a vostra signoria illustrissima.
Ottavio. Che fa la vostra padrona?
Paggio. Sta alla tavoletta a correggere i difetti della natura. (parte)
Ottavio. Ma il difetto di essere puntigliosa non lo correggerà mai. Vediamo che cosa contiene questo foglio. È molto che, dopo essersi dichiarata disgustata meco, sia stata la prima a scri-
- ↑ Così segue nelle edd. Bett., Pap. ecc.: «Ros. Via, Via; non ho desinato, e non volete ch’io ceni. Lel. Voi state sugli scherzi, ed io languisco per voi. Ros. Caro Conte, voi mi fate arrossire».
- ↑ Le due scene che seguono nell’edd. Bettinelli e Paperini, si possono leggere in Appendice.
- ↑ Nella ed. Bett. è sc. XVIII, e nella Paper, è sc. XVI.