< Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, IV.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
302

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, IV.djvu{{padleft:314|3|0]]servare la legge, che da principio dissi venirmi dalla Vostra moderazione imposta, che però considerando io ancora che gl’infiniti meriti Vostri si rendono vieppiù palesi nel luminosissimo grado in cui siete di Savio del Gran Consiglio[1], impiegherò soltanto queste ultime righe a supplicare l’E. V. del suo benignissimo patrocinio, e d’impetrarmi vieppiù quello degli Eccellentissimi miei Padroni ed Amici Vostri, con che profondamento m’inchino[2].

Di V. E.

Umiliss. Devotiss. e Obbligatiss. Serv.
Carlo Goldoni


  1. Ed. Paperini: che gl’infiniti meriti Vostri sono bastantemente palesi, e che serba a questi l’Augusta Patria la ricompensa, impiegherò ecc.
  2. Paper.: ed Amici vostri, in un tempo in cui ne ho tanto bisogno.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.