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346 | ATTO SECONDO |
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SCENA V[1].
Beatrice che ascolta, e detti.
Rosaura. È un anno ch’è innamorato di me, e solo ieri sera si è dichiarato.
Dottore. Ti vuole veramente bene?
Rosaura. Credetemi, che mi adora.
Dottore. Sei sicura che ti voglia prender per moglie?
Rosaura. Me ne ha data positiva parola.
Dottore. Quando è così, procurerò di assicurare la tua fortuna.
Beatrice. Signor padre, non crediate sì facilmente alle parole di mia sorella. Non è vero che il marchese Asdrubale siasi dichiarato per lei. Egli ama una di noi due e, senza troppo lusingarmi, ho ragione di credere ch’egli mi preferisca[2].
Dottore. Oh bella! Come va questa storia? (a Rosaura
Rosaura. Dove appoggiate le vostre speranze? (a Beatrice
Beatrice. Dove avete appoggiate le vostre[3]. (a Rosaura
Rosaura. Signor padre, io parlo con fondamento.
Beatrice. Credetemi, ch’io so quel che dico. (al Dottore
Dottore. Questa è la più bella favoletta del mondo. Orsù, sentite cosa vi dico per concluderla in poche parole. Intanto state dentro delle finestre, e non andate fuori di casa senza licenza mia. Se il signor marchese parlerà con me, sentirò se sia vero quello m’avete detto, e chi di voi sia la prediletta; se poi sarà una favola, come credo, avrò motivo di dire, senza far torto nè all’una, nè all’altra, che tutte due siete pazze. (parte
SCENA VI[4].
Rosaura e Beatrice.
Beatrice. Signora sorella, qual fondamento avete voi di credere che il signor Marchese si sia dichiarato per voi?
Rosaura. Il fondamento l’ho infallibile, ma non sono obbligata di dirvi tutto.