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IL BUGIARDO 361

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Brighella. E se lo trova qualchedun altro?

Florindo. Chiunque lo troverà, lo farà leggere anche a Rosaura.

Brighella. Non saria meio...

Florindo. Zitto: osserva come si fa. (getta il sonetto sul terrazzino

Brighella. Pulito! Sè più franco de man, che de lengua.

Florindo. Parmi di vedere che venga gente sul terrazzino.

Brighella. Stemo qua a goder la scena.

Florindo. Andiamo, andiamo. (parte

Brighella. El parlerà, quando[1] no ghe sarà più tempo. (parte

SCENA XV[2].

Colombina sul terrazzino, poi Rosaura.

Colombina. Ho veduto venire un non so che sul terrazzino. Son curiosa sapere[3] che cos’è. Oh, ecco un pezzo di carta. Che sia qualche lettera? (l’apre Mi dispiace che so poco leggere. S, o, So, n, e, t, Sonet, t, o, to, Sonetto. È un sonetto. Signora padrona, venite sul terrazzino. È stato gettato un sonetto. (verso la casa

Rosaura[4]. Un sonetto? Chi l’ha gettato? (viene sul terrazzino

Colombina. Non lo so. L’ho ritrovato a caso.

Rosaura. Da’ qui, lo leggerò volentieri.

Colombina. Leggetelo, che poi lo farete sentire anche a me. Vado a stirare, sin tanto che il ferro è caldo. (parte

Rosaura. Lo leggerò con piacere. (legge piano

SCENA XVI.

Lelio e detta.

Lelio. Ecco la mia bella Rosaura: legge con grande attenzione; son curioso di saper cosa legga.

Rosaura. (Questo sonetto ha delle espressioni, che mi sorprendono). (da sè

  1. Bett.: co.
  2. Nell’ed. Bett. è sc. XIV.
  3. Bett. di sapere.
  4. Comincia in Bett. la sc. XV.
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