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ATTO TERZO

SCENA IV[1].

Paggio e detti.

Paggio. Eccellenza.

Sancio. Di’ a Brighella che venga qui.

Paggio. Eccellenza sì.

Sigismondo. Ehi, paggino. Con permissione di V. E., andate dal mio servitore, e ditegli che mi faccia un caffè. Mi sento lo stomaco aggravato.

Paggio. Sarà servita. (Comanda più lui del patrone medesimo). (da sè, parte)

Sigismondo. Perdoni, se mando il paggio. Fo per non perder tempo.

SCENA VI[2].

Paggio col caffè, e detti.

Paggio. Ecco il caffè. (a don Sigismondo)

Sigismondo. Oh! non ho detto che lo portiate qui. Anderò a beverlo nella mia camera.

Sancio. Via, bevetelo, ch’io vi concedo di farlo.

Sigismondo. Gran bontà, grand’umiltà! Lo beverò per ubbidirla.

SCENA VII[3].

Il Cuoco e lo Staffiere bolognese dietro una portiera, e detti.

Cuoco. (Amìa, amìa co’ beje). (allo staffiere)

Staffiere bolognese. (El cargà be? Crepral?) (al cuoco)

Cuoco. (Bisogna co creppe senz’altro, gh’ho misso in ta cogoma un malocco d’arsinico).

  1. Vedi p. 498.
  2. Vedi p. 500. E sc. VII nell’ed. Paperini.
  3. Sc. VIII nell’ed. Pap.
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