< Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, V.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

IL GIUOCATORE 223

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, V.djvu{{padleft:237|3|0]]

mia, e ditegli che, se mi vuol bene, venga da mia zia a ritrovarmi, (si pone la maschera, e parte)

Brighella. Che putte de garbo! A torzio[1] in maschera a trovar i morosi? Sior Pantalon crede de averla messa in seguro a metterla in casa d’una so zia, ma al dì d’ancuo le zie le son troppo caritatevoli per le ragazze.

SCENA X.

Beatrice mascherata, e detto.

Brighella. Come! Un’altra maschera?

Beatrice. Galantuomo.

Brighella. Signora?

Beatrice. Dov’è il signor Florindo?

Brighella. Eccolo là che el dorme.

Beatrice. Non ha dormito la scorsa notte?

Brighella. Oh, la se figura! L’ha studià tutta la notte.

Beatrice. Come ha studiato?

Brighella. Tutta la notte colle carte in man.

Beatrice. E chi è quella maschera, che ora è partita da questa camera?

Brighella. Mi no so gnente.

Beatrice. Non sapete nulla? Mi maraviglio di voi, che tenete mano a questa sorta di contrabbandi.

Brighella. Mi son un omo onorato, e quando la vol che ghe diga la verità, ghe la dirò, che no me ne importa un bezzo. Chi no vol che le se sappia, no le ha da far. Quella l’era una tal siora Rosaura Bisognosi, promessa co sior Florindo per muier.

Beatrice. Promessa in moglie a Florindo?

Brighella. Senz’altro; l’è cussì.

Beatrice. (Ah traditore! Mi tiene nella speranza di sposarmi, e poi m’inganna?) (da sè)

  1. A torzio, a zonzo: v. Boerio.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.