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LA FINTA AMMALATA 439

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Via, per amor de to pare magna do bocconcini de panadella. Colombina, porta qua la panada, Rosaura la magnerà per amor de so pare.

Beatrice. Signor Pantalone, bisogna pensare alla salute della signora Rosaura.

Pantalone. Ho speso tanti bezzi per ela, e son pronto a spender tutto quello che gh’ho a sto mondo, perchè la varissa.

Beatrice. Eh, vi vuol altro che medicamenti!

Pantalone. Cossa ghe vol?

Beatrice. Ehi, sentite. (Un marito). (piano a Pantalone)

Pantalone. Eh cara siora, compatime, no savè cossa che ve disè. Subito che una putta gh’ha mal, ghe vol el mario? Poverazza! maridarla co sto boccon de mal, acciò che la mora? Se la va via da so pare, la mor subito. N’è vero, vita mia, ti voi star co to pare?

Rosaura. Ahi, ahi, mi sento morire!

Pantalone. Presto, presto, fia mia, tiò, nasa[1]. Vedeu, se no la gh’avesse so pare? Un mario no starave miga là a farghe la guardia, co ghe vien mal. Poverazza! la gh’ha bisogno del so povero pare.

Beatrice. (Oh quanto è buono questo vecchio!) (da sè)

SCENA XIV.

Colombina colla zuppa, e detti.

Colombina. Ecco la zuppa.

Rosaura. Non la voglio, non la voglio.

Pantalone. Via, per to pare.

Beatrice. L’ha detto il medico.

Rosaura. Mi[2] sforzerò.

Pantalone. Vedeu? Per so pare la se sforzerà.

  1. Le dà qualche cosa da odorare. [nota originale]
  2. Pap.: Ah! mi.
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