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I PETTEGOLEZZI DELLE DONNE | 455 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, VI.djvu{{padleft:467|3|0]]
Eleonora. Eh, il signor Lelio va su tutte le mode.
Lelio. Eh, ho un poco di buon gusto.
Beatrice. E quel vestito è alla moda?
Lelio. Sì signora. Parigi.
Eleonora. E la parrucca?
Lelio. Londra.
Eleonora. E le scarpe?
Lelio. Inghilterra.
Eleonora. Inghilterra e Londra non è l’istesso?
Lelio. Oh no, signora.
Eleonora. Qual è la capitale dell’Inghilterra?
Lelio. London.
Eleonora. E Londra dov’è?
Lelio. Io credo sia nella Spagna.
Beatrice. Sì, bravissimo, nella Spagna. Il signor Lelio sa tutto.
Lelio. Qualche poco ho studiato.
Eleonora. Dove ha fatti i suoi studi?
Lelio. In Toscana, dove si parla bene.
Eleonora. Sarà cruscante.
Lelio. Sì signora, sono accademico della Crusca.
Beatrice. Ditemi un poco: con quanti zitta[1] si scrive pazzo?
Lelio. (Mi burlano?) (da sè) Vi dirò, signora mia. Bisogna distinguere il genere mascolino dal femminino. Pazzo si scrive con due zitta, e pazza con quattro.
Eleonora. (Così burlando ci strapazza). (a Beatrice)
Beatrice. Caro signor cruscante, io credo che in testa abbiate più farina che crusca.
Lelio. Dirò...
Eleonora. Non solo siete infarinato, ma siete fritto.
Lelio. Certamente...
Beatrice. Siete fritto, ma non avete olio...
Lelio. Se non ho olio...
Eleonora. Non avete nè olio, nè sale.
Lelio. Eppure...
- ↑ Bett., qui e dopo: zeta.