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I PETTEGOLEZZI DELLE DONNE 475

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Salamina. E cosa ne ha egli fatto?

Panduro. El l’ha menada a Venezia.

Salamina. E poi?

Panduro. E po no so altro. Mi me son imbarcà su un vassello inglese, e no l’ho più visto.

Salamina. Nessun di voi altri non saprà dove sta.

Moccolo. Lo so io.

Salamina. Sì? Ho piacere. Dimmi dove sta.

Moccolo. Sta qui poco lontano.

Salamina. Ti darebbe l’animo di trovarlo?

Moccolo. Sì signore, lo ritroverò.

Salamina. Va dunque a vedere se lo ritrovi, e io ti aspetterò in questa osteria.

Moccolo. Vado subito. (parte)

Salamina. E voi, se avete a far qualche cosa, andate.

Panduro. Mi vago a veder se trovo una mia morosa antiga.

Salamina. Uscite ora di schiavitù, e avete volontà d’amorose?

Panduro. Vôi refarme del tempo perso. (parte)

Salamina. I vizi non si abbandonano mai. Oh, voglia il cielo ch’io ritrovi la mia figliuola! Del danaro non mi preme, mi preme la mia cara figliuola.

SCENA XXI[lower-alpha 1].

Sgualda e detti.

Sgualda. Vardè! Quelle lustrissime le credeva de farme paura! E sì son nassua de carneval; no gh’ho paura de brutti musi.

Salamina. Questa donna è uscita di quella casa, voglio domandarle se conosce paron Toni.

Sgualda. (Oe, chi xe sta mustacchiera[1]?) (da sè)

Salamina. Riverisco quella giovine.

  1. Uomo che ha lunghi mustacchi.
  1. Sc. XVIII nell’ed. Bett.
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