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84 ATTO TERZO

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Anselmo. Io non so nulla di più; ma se il Giudice aspetta gli ordini del Governatore, non li avrà esaminati.

Eularia. (Oh, se potessi loro parlare prima che fossero esaminati! Chi sa? Donna Rodegonda è mia amica, e qualche volta le mogli dei ministri possono fare dei gran piaceri). (da sè)

Anselmo. Tutta questa istoriella me l’ha raccontata il cameriere di donna Rodegonda.

Eularia. Sa perchè si battessero i cavalieri?

Anselmo. Non lo sa certamente.

Eularia. (Mi preme che non lo sappia mio marito). (da sè) Andiamo a sollecitare la partenza di questa gente, prima che mio marito si svegli.

Anselmo. Io li conduco via subito.

Eularia. (Sè la macchina che ho lavorata nella mia mente, va tutta bene, spero di fare una cosa perfetta. Quel che mi preme si è di aggiustar tutto, senza che si sappia nè il difetto di mio marito, nè i disordini che sono seguiti). (da sè, parte)

Anselmo. Io sono in gran curiosità di sapere dove anderà a finire questo lavoro. (parte)

SCENA VI.

Altra camera di don Roberto.

Don Roberto in veste da camera.

Donna Eularia si è levata prima del tempo: mi ha lasciato solo nel letto. Partì senza dirmi nulla. Dove sarà ella andata? Ah, il sonno mi ha tradito! Chi è di là? Nessuno risponde. Colombina, Colombina. Non vi è[1] la cameriera? Ehi, paggio, paggio. Nemmeno il paggio? Andrò a vedere dove sono costoro. Andrò io a ritrovare[2]....

  1. Pap.: Non vi è nemmeno.
  2. Pap. aggiunge: la cara sposa.
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