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LA DAMA PRUDENTE 89

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Rodegonda. È verissimo. La guardia li ha trovati che si battevano.

Emilia. Ma perchè si battevano? Si sa la causa?

Rodegonda. Ancora non si sa niente; essi non hanno parlato.

Emilia. Sarei curiosa di sapere la cosa com’è, prima di partire.

Rodegonda. Io saprò tutto. Basta che possa parlare con mio marito, saprò ogni cosa.

Emilia. Vostro marito è uno di quelli che confidano colla moglie?

Rodegonda. Per dir la verità, mio marito mi vuol bene, mi racconta tutto, e se gli chiedo una grazia, me la fa assolutamente. Pochi rei sono stati condannati, di quelli che ho raccomandati io.

Emilia. Anche mio marito è stato una volta governatore, e non v’è mai stato rimedio che mi abbia voluto raccontar la sostanza d’alcun processo.

Rodegonda. Oh, io li leggo tutti i processi. Se sapeste i piaceri[1] che ho fatti!

SCENA X.

Il Cameriere e detti.

Cameriere. Illustrissima, è qui la signora donna Eularia, per dar il buon viaggio alla signora donna Emilia.

Emilia. Mi fa troppo onore.

Cameriere. Ma prima questa dama desidera dir due parole da sola a sola con vossignoria illustrissima.

Rodegonda. Se mi date licenza, anderò a sentire che cosa vuole. (a donna Emilia)

Emilia. No, no, ricevetela qui. Io frattanto anderò a mettere insieme alcune mie coserelle, per esser pronta a partire. (parte)

Rodegonda. Accomodatevi come v’aggrada. Ditele ch’è padrona. (il cameriere parte)

  1. Pap.: I bei servizi.
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