< Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

143

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu{{padleft:153|3|0]]

Dottore. Buon viaggio. Io perderò il denaro, e la famiglia de’ Bisognosi perderà la riputazione.

Pantalone. Sentìu che bone massime, che gh’ha sto omo da ben? (a Brighella)

Brighella. Mi mo gh’ho un’altra massima, meggio della soa.

Pantalone. Che xe?

Brighella. Darghe una peada, e cazzarlo in rio[1].

Dottore. A me questo? Alla Giustizia?

Pantalone. No no, sior, no ve dubitè; no voggio buttarve in rio. El diavolo ve butterà un pochetto più in zoso.

Dottore. Datemi i miei denari.

Pantalone. Ve contenteu, che de quell’obbligo me chiama mi debitor?

Dottore. Sì, son contento.

Pantalone. Ma con un patto, che ridusemo el pro dai otto al sie per cento.

Dottore. Oh, questo poi no. Sino al sette mi contento.

Pantalone. El sette no ve lo voggio dar.

Dottore. E noi non faremo niente.

Pantalone. Perderè i bezzi.

Dottore. Ci penserà vostro figlio.

Pantalone. E per venti ducati precipiteressi un omo?

Dottore. E voi per venti ducati non salverete la riputazione a un figliuolo?

Pantalone. La xe un’ingiustizia, una baronada.

Dottore. Schiavo suo.

Pantalone. Ve darò i vostri bezzi.

Dottore. Sì, datemeli.

Pantalone. Vegnì doman, che ve li darò.

Dottore. Sì, tornerò domani. Mi fate anche voi compassione: tornerò domani. Ma sentite, o i miei denari, o il sette per cento, o vostro figlio prigione. Il cielo vi dia vita e salute. (via)

Pantalone. Poverazzo, da una banda el me fa pietà.

  1. Canale: v. Boerio.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.