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Corallina. Sì, per causa della tua lingua.

Arlecchino. Mo cossa t’oggio fatto[1] colla lingua?

Corallina. Chiacchierone! Cosa hai raccontato a Brighella?

Arlecchino. Mi no gh’ho dito altro che quel che ti m’ha dito ti.[2]

Corallina. Bravo! ed egli l’ha raccontato al padrone vecchio.

Arlecchino. Ma mi no gh’ho miga dito che el ghe lo diga.[3]

Corallina. T’ho pur detto io, che tu non lo dicessi a nessuno.

Arlecchino. Gnanca[4] a Brighella?

Corallina. Ho detto a nessuno, a nessuno.

Arlecchino. I dis che ogni regola gh’ha la so eccezion, credeva de poderlo dir almanco a uno.[5]

Corallina. Sei un balordo.

Arlecchino. Ti vedi ben, semo paesani, semo camerada, el me vol ben, me conseio con lu.[6]

Corallina. Non occorr’altro. Confidati nel tuo Brighella; e con me, chi ha avuto ha avuto.

Arlecchino. Ma la dota mi non l’ho avuda.[7]

Corallina. E non l’averai nemmeno.

Arlecchino. Cossa vut che fazza de ti[8] senza la dota?

Corallina. Quello che io farò di te.

Arlecchino. Che voi mo dir?[9]

Corallina. Ti mando al diavolo.

Arlecchino. E mi dove t’oi da mandar?[10]

Corallina. Ignorante!

Arlecchino. Et[11] in collera. Corallina?

Corallina. Non esser buono da tacere un segreto.

Arlecchino. Via, compatissi[12]; fa conto che sia una donna.

Corallina. Io i fatti miei non li dico a nessuno.

  1. Pap.: Che cosa ho fatto io ecc.
  2. Pap.: Io non gli ho detto altro, se non quello che tu dicesti a me.
  3. Pap.: Ma io non gli ho detto che lo dicesse.
  4. Pap.: Neanche.
  5. Pap.: Dicono che ogni regola ha la sua eccezione, credevo di poterlo dire almeno a uno.
  6. Pap.: Vedi bene, siamo della stessa patria, siamo di camerata, mi vuol bene, ed io mi consiglio con lui.
  7. Pap.: La dote io non l’ho avuta.
  8. Pap.: Che vuoi che faccia di te ecc.
  9. Pap.: Che vuol dire?
  10. Pap.: Ed io dove devo mandarti?
  11. Pap.: Sei.
  12. Pap.: scusami.
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