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LA DONNA VENDICATIVA 553

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Florindo. Non avete sentito?[1]

Corallina. Oimè, l’allegrezza mi leva il respiro. Non merito tanto bene, non merito tanta carità. Caro signor padrone...

Ottavio. Ti perdono; ma fuori di casa mia.

Lelio. Oh cane rabbioso! (ad Ottavio)

Corallina. Ha ragione il signor Ottavio. Più non merito la sua casa, l’amor suo, la sua grazia, ti anche troppo per me un generoso perdono. Anderò in villa, dove son nata; finirò i giorni miei come merito; e mi ricorderò a mio rossore che ho perduta la mia fortuna, per essere stata una donna vendicativa.

Fine della Commedia.


  1. Pap. aggiunge: tutti
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