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164 ATTO TERZO

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Ottavio. Se qualche giorno stai senza mangiare, non puoi lagnarti, sendo ancor io alla medesima condizione.

Arlecchino. La mia panza no l’ha gnente da far colla vostra.

Ottavio. Il servitore non può pretendere di aver più del padrone.

Arlecchino. E el padron no l’ha da pretender, se el magna elo, che zuna[1] el so servitor.

Ottavio. Basta, per oggi te la passo.

Arlecchino. Magnemo ozi, che un altro zorno qualcossa sarà.

Ottavio. Credi tu che oggi staremo bene?

Arlecchino. Mi spererave de sì.

Ottavio. Ci sono dei forestieri; la tavola sarà magnifica.

Arlecchino. Anca in cusina no se starà mal.

Ottavio. Ecco Corallina che torna.

Arlecchino. Tutto xe all’ordene. Parecchiemose a devorar.

SCENA IV.

Corallina e detti

Corallina. Eccomi di ritorno.

Ottavio. Come va la cucina?

Corallina. Male.

Arlecchino. Cossa gh’è de novo?

Corallina. Male.

Ottavio. Il cuoco non ha fatto?

Corallina. Ha fatto.

Arlecchino. No xe cotto?

Corallina. È cotto.

Ottavio. Dunque non si mette in tavola?

Corallina. Non si mette in tavola.

Arlecchino. No se magna?

Corallina. Non si mangia più.

Ottavio. Più?

Corallina. Più.

  1. Che resti digiuno.
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