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L'AUTORE

A CHI LEGGE[1].

C

HI fa il Poeta Comico per professione, di tutto dovrebbe essere infarinato. Arti, scienze, professioni, costumi, leggi, nazioni: tutto può essere soggetto di Commedia, o per deridere il vizio, o per esaltar la virtù, che il buono ed il cattivo di ciascheduna cosa costituisce. Io sono ignorante in tutto, e se fosse vero che di tutto sapessi un poco, sarebbe anche verissimo che niuna cosa perfettamente saprei. Nelle mie Commedie non sfuggo l’incontro di ragionare di tutto, in quella maniera ch’io farei se fossi in un caffè, in una conversazione: qualche cosa si dice per aver letto, alcuna se ne dice per averla sentita dire. Quando occorrono, non mancan libri; si dice la sua opinione, senz’obbligo di sostenerla. Circa alle passioni ognuno, poco più, poco meno, le prova dentro di sè. Gli effetti di queste si vedono alla giornata. Casi ne abbiamo continuamente, accidenti nascono da commedia spessissimo. Chi pratica, chi osserva, e non è un ceppo, trova gli argomenti a bizzeffe. Io non sono stato mai militare: ho avuto un Zio paterno, che morì Colonnello e Governatore del Finale di Modena[2]; mio Fratello servì quel Serenissimo Duca in qualità di Tenente[3]; è mio congiunto di sangue il notissimo Capitan Visinoni in Dalmazia[4], ma io sono stato sempre amico delle Muse, e niente portato per quella marzial fierezza che si chiama valore.

Ciò non ostante, in varie occasioni mi son trovato di guerra, nelle quali senza rischio e senza fatica ho potuto in cotal arte eru-

  1. Questa prefazione uscì la prima volta nel t. V dell’ed. Paperini di Firenze, in principio dell’anno 1754.
  2. Alberto Goldoni (1651-1719): v. Modena a C. Goldoni, 1907, pp. 130, n. 6, 152-3, n. e e i.
  3. Gian Paolo Goldoni (n. 1712): v. C. Borghi, in Modena a C. G. cit., pp. 131, n. 12; e Loehner, in Archivio Veneto, 1882, t. XXIII.
  4. V. Mémoires, specialmente P. I, c. 19.
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