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IL TUTORE 347

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Pantalone. (La xe una pasta de marzapan). (da sè) No ve despiaserà andar via de casa vostra?

Rosaura. Oh, signor no.

Pantalone. Ve rincresserà lassar vostra siora mare?

Rosaura. Un poco.[1]

Pantalone. La ve vegnirà a trovar; la vederè.

Rosaura. Sì? Avrò piacere.

Pantalone. Vegnirò a trovarve anca mi.

Rosaura. Avrò piacere.

Pantalone. Vegnirà a trovarve le vostre amighe.

Rosaura. Verrà anche il signor Florindo?

Pantalone. Sior Florindo? Cossa gh’intra sior Florindo?

Rosaura. Dicevo... perchè viene qui.

Pantalone. Omeni no ghe n’ha da vegnir.

Rosaura. Oh! non importa. Mi divertirò colle donne.

Pantalone. Che premura gh’aveu de sto sior Florindo?

Rosaura. Niente.

Pantalone. (No la vorave metter in malizia). (da sè) Le putte sta colle putte, e i omeni coi omeni.

Rosaura. La signora madre sta sempre cogli uomini, e mai colle donne.

Pantalone. (Ecco qua, le fie tol suso quel che ghe insegna la mare[lower-alpha 1]), (da sè) Se vostra siora mare tratta coi omeni, la xe stada maridada, e la lo pol far.

Rosaura. Oh! è vero, è vero. Io starò colle ragazze.

Pantalone. Oh! sto caro sior Ottavio no se vede.

SCENA IX.

Corallina e detti.

Pantalone. E cussì? Vienlo o no vienlo?

Corallina. Ho fatto una fatica terribile a levarlo dalla sua poltrona. Ora viene.

  1. Le figliuole apprendono quel che insegnano loro le madri.
  1. Bett.:Io credo di no.
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