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IL MOLIERE | 31 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, VII.djvu{{padleft:41|3|0]]
SCENA III.
La Bejart e detti.
Moliere. Marianna, ho conosciuto che di buon cuor tu sei.
Onde a te, più che agli altri, donai gli affetti miei.
Isabella. Padre, tenuta i’ sono al vostro dolce affetto.
Moliere. (Ella ci sta ascoltando). (piano a Isabella)
Isabella. (Se lo dico, è in sospetto). (fa lo stesso)
Bejart. (S’avanza bel bello.)
Moliere. Che cosa fate lì? Voi siete curiosa.
Standoci ad ascoltare...
Bejart. Vi è qualche arcana cosa,
Ch’io sapere non deggia? (a Moliere)
Moliere. Con vostra permissione.
Provavasi[2] la scena fra Marianna ed Orgone.
Veduta non vi avea. La parte eccola qui:
Voi siete curiosa: Orgon dice così.
Bejart. Ma qual necessità di ripassar trovate
Parte di una commedia, ch’è fra le condannate[3]?
Moliere. Torni il compagno nostro, torni Valerio a noi,
E se più fia sospesa, lo vederete poi.
A’ piedi del Monarca spedito ho a tale oggetto
Il giovine gentile, e comico perfetto.
Bejart. E a voi chi diè licenza venire in questi quarti,
A farvi da Moliere veder le vostre parti? (ad Isabella)
Moliere. Via, la vostra figliuola è una fanciulla onesta.
Isabella. Egli non mi ha veduta, signora, altro che questa.
Bejart. Via di qua, sfacciatella.