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468 ATTO SECONDO

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Beatrice. Addio, Contessina, addio! (un poco confusa)

Rosaura. (Si vede che la coscienza la rimorde. Il rossore le verrebbe sul viso, se un altro rosso non l’impedisse). (da sè, e parte)

SCENA VIII[1].

La Marchesa Beatrice sola.

Che discorso! che maniera! che misto di rimproveri e di buone grazie! Costei mi ha confusa, mi ha avvilita. Una donna che tratta i mariti altrui, è un’indegna, una perfida, una scellerata? Ah, queste espressioni vengono a me! E ora me ne avvedo? E non ho saputo rispondere? Ah, giuro al cielo, non son chi sono, se non mi vendico. Vo’ farle pagar caro quel veleno, ch’ella mi ha fatto a mio dispetto ingoiare. (parte)

SCENA IX.

Camera in casa del conte Ottavio.

Corallina e Pantalone.

Corallina. No, signore, non è in casa.

Pantalone. Dove xela andada?

Corallina. Non lo so in verità.

Pantalone. Con chi xela andada?

Corallina. Col suo bracciere e con i suoi servitori.

Pantalone. Xe un pezzo?

Corallina. Un’ora in circa.

Pantalone. Credeu che la possa star un pezzo a vegnir?

Corallina. Non lo so in verità.

Pantalone. Ma dove mai porla esser andada?

Corallina. Bisogna dire che abbia avuta una gran premura. Non esce mai.

Pantalone. So mario l’alo vista? Salo che la xe fora de casa?

Corallina. Egli è partito due ore prima. Non credo che lo sappia.

  1. Nell’ed. Bett. è unita alla scena precedente.
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