< Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, VIII.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
140 ATTO SECONDO

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, VIII.djvu{{padleft:150|3|0]] ziarol[lower-alpha 1]. Pol esser che el canta[1]. (All’aria el me par Baseggio). (da sè)

Lugrezia. Che roba mai xe quella? No voggio pensar mal, ma in verità, le par lattughetta e ruccola[lower-alpha 2].

SCENA III.

Sior Baseggio in maschera da rigattiere vien cantando, e dette.

Baseggio. Chi ha drappi vecchi da vender.

     Chi ha cuori d’oro[lower-alpha 3] vecchi da vender.
     El xe qua el strazzariol
     Che farà quel che el puol
     Per vender e comprar,
     E anca per barattar;
     Ma nol xe così matto
     De far tristo baratto;
     El vende roba netta,
     E nol la vol sporchetta.
     D’assae nol se ne incura,
     Ma el vol roba segura,
     Che se possa esitar,
     O almanco nolizar;
     Ma prima de comprarla
     El vorrà visitarla.
     Chi ha drappi vecchi,
     Chi ha cuori d’oro vecchi da vender.

Orsetta. Sior Baseggio. (a sua madre[2])

Lugrezia. Bravo, mascara, bravo, tire de longo?[3]

Orsetta. (Anca siora Lugrezia lo cognosse?)

  1. Rigattiere.
  2. Due erbe d’insalata di questo nome, con le quali fa l’equivoco alla madre ed alla figlia, trattando la prima per ruffiana della seconda.
  3. Cuoio dorato, vaghissima fornitura delle muraglie delle stanze.
  1. Bett. avverte: a so mare.
  2. Così Zatta; Bett. e Pap.: a so mare.
  3. Zatta ha il punto fermo.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.