Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
LA FIGLIA OBBEDIENTE | 465 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, VIII.djvu{{padleft:481|3|0]]
Cameriere. Eccola servita. Acciò non s’incomodi, l’ho accesa.
Ottavio. Bene. (gli dà una moneta
Cameriere. Grazie a vossignoria illustrissima. (Eh! lo conosco il tempo). (da sè; parte, poi toma
Ottavio. Arlecchino.
Arlecchino. Signor.
Ottavio. Senti.
Arlecchino. La comandi. (s’accosta
Ottavio. (Gli getta una boccata di fumo nel viso.
Arlecchino. Ai altri la ghe dà dei denari, e a mi la me fa su affronti? Cossa sognia[1] mi, una bestia?
Ottavio. (Tira fuori la borsa.
Arlecchino. (El vien). (da sè
Ottavio. Va in collera.
Arlecchino. Corponon, sanguenon.
Ottavio. Va in collera.
Arlecchino. Me maraveio, sangue de mi!
Ottavio. Va in collera.
Arlecchino. Son in furia, son in bestia.
Ottavio. Non sai andare in collera. (vuol riporre la borsa
Arlecchino. L’aspetta... A mi sti affronti? Razza maledetta. Fiol d’un becco cornù.
Ottavio. (Ride, e gli dà una moneta.
Arlecchino. Porco, aseno, carogna.
Ottavio. (Gli dà un’altra moneta.
Arlecchino. Ladro, spion.
Ottavio. (Gli rompe la pipa sulla faccia.
Arlecchino. Non vagh altr in collera. Basta cussì.
Ottavio. Ehi!
Cameriere. Comandi.
Ottavio. Un’altra pipa.
Cameriere. Subito. (Un altro filippo). (da sè; parte, poi torna con la pipa accesa
ii
- ↑ Zatta: sognio.