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LA FIGLIA OBBEDIENTE 473

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SCENA XIX.

Brighella ed Olivetta in abito di gala, con due ballerini che le danno braccio; e detti.

Olivetta. Serva di lor signore.

Rosaura. Olivetta, vi riverisco. Ben ritornata.

Olivetta. (Olivetta! Crede ch’io sia ancora una serva). (da sè

Brighella. (L’ha magnà el manego della scoa[1]). (da sè

Pantalone. Me rallegro. Ben venuti. Caspita! Semo in aria[2].

Brighella. Cossa vorla? Povera zente: ma gh’avemo el nostro bisogno.

Beatrice. Venite qui, signora Olivetta, lasciatevi vedere. Siete molto sfarzosa.

Olivetta. Oh! cara signora, siamo da viaggio. Con questo straccio di abito mi vergogno.

Beatrice. Capperi! Da viaggio? Avete delle belle gioje.

Brighella. Bagattelle, védela, bagattelle. La vedrà po’ col tempo. Deme una presa de tabacco. (ad Olivetta

Pantalone. Chi èli quei signori? (i ballerini s’inchinano

Olivetta. Sono due ballerini, che ho condotto con me di Germania. (dà la scatola d’oro a Brighella

Brighella. Do poveri putti, che gh’avemo pagà el viazzo per vegnir in Italia. La favorissa. La se degna. No l’è miga princisbech, sala? (dando tabacco

Pantalone. Ave fatto dei gran bezzi.

Brighella. No l’ha sentìo le nove? La mia putta xe nominada per tutto el mondo.

Beatrice. Vi vedremo a ballare? (ad Olivetta

Olivetta. Può essere.

Brighella. Eh! Sarà difficile. No i vol spender in sti paesi.

Pantalone. No i vol spender? Se i paga più un ballerin de un poeta!

  1. Vuol dire, che Rosaura non si degna d’inchinarsi per salutarla. [nota originale]
  2. In grandezze. [nota originale]
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