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LA CAMERIERA BRILLANTE 229

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Argentina. È vero; ci vedete assai più di me. Perchè, se io rido, mi vedete i denti. Se voi ridete, io non ve li vedo.

Pantalone. Voleu zogar che ve dago una sleppa[1]?

Argentina. Volete giocare ch’io me la lascio dare?

Pantalone. Sè un’insolente.

Argentina. Ma sono la vostra cara Argentina.

Pantalone. Barona! sempre ti me strapazzi.

Argentina. Ve ne avete a male, perchè qualche volta vi dico che siete vecchio?

Pantalone. Sior sì, me n’ho per mal.

Argentina. Quando è così, bisogna rompere tutti i specchi di casa.

Pantalone. Cossa songio? un cadavero? un mostro?

Argentina. Non signore; siete il più bel vecchietto di questo mondo.

Pantalone. E dai co sto vecchio: ti xe una temeraria.

Argentina. Ma sono la vostra cara Argentina.

Pantalone. Galiottazza! te bastonerò.

Argentina. Aguzzino.

Pantalone. A mi aguzin?

Argentina. Se volete bastonare una galeotta!

Pantalone. No ti parli che no ti dighi un sproposito.

Argentina. Tacerò dunque.

Pantalone. Sì, tasi, che ti farà ben.

Argentina. Voleva dirvi una cosa, ma non la dico più.

Pantalone. Cossa me volevistu dir?

Argentina. Oh, non ve la dico più.

Pantalone. La sarà qualche impertinenza al solito.

Argentina. Anzi era una cosa bella bella, la più bella di questo mondo.

Pantalone. Via, dimela.

Argentina. Oh, non parlo più.

Pantalone. No me far andar in collera.

Argentina. Non la dico certo. È una cosa che vi darebbe gusto; ma non la dico.

  1. Schiaffo.
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