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280 ATTO SECONDO

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, X.djvu{{padleft:288|3|0]] melin[1], come sior Ottavio, ma noi xe gnanca una piegora monzua[2], come sior Florindo. E saveu chi xe una putta de sesto, che me piase assae? Arzentina. Anca ela, poverazza, no la xe nè altiera co fa un basalisco, nè gnocca co fa una talpa: la gh’ha anca ela un no so che de mezzo, che me piase anca a mi. Sangue de diana! Sibben che so vecchio, la vôi sposar. Putte, destrigheve vualtre, che me vôi destrigar anca mi: e fe presto, perchè no posso più star in stroppa[3].

El matrimonio è quello che consola

Zoveni, vecchi e quei de mezza età.
El zovene s’infiamma a una parola;
L’omo fatto vuol esser carezzà.
Ma più de tutti el povero vecchietto
Giubila, se qualcun ghe scalda el letto. (parte)

Pantalone. La m’ha incocalio[4].

Ottavio. Io son rimasto sorpreso, quando ha sostenuto sì bene il carattere della dama. (parte)

Florindo. Mi ha innamorato, quando faceva la contadina. (parte)

Flaminia. Signor padre, avete inteso quello che ha detto Argentina? Se vi preme ch’io liberi la casa, disponete di me. (parte)

Clarice. Ricordatevi che s’avvicina l’inverno; se vi dispiace il letto diacciato, potete riscaldare il mio ed il vostro nel medesimo tempo. (parte)

Pantalone. Arzentina nol saria un cattivo scaldaletto; ma no vorria che, invece de scaldarme, la me brusasse. No so gnente; ghe penserò ancora un poco. Dirò co[5] dise el lunario:

Quel che xe scrito in ciel succede in tera.

Amor xe orbo, e no xe maraveggia
Se un paron xe colpio da una massera[6]. (parte)

Fine dell’Atto Secondo.


  1. Ermellino. Il Boerio cita la frase: netto come un armelin.
  2. Pecora munta. Dicesi di persona senza spirito o vile, per disprezzo: v. Boerio.
  3. «Stare in gangheri, o in cervello. Ritenersi»: Boerio, Dizion. cit.
  4. Goldoni spiega: reso stupido (v. vol. II, p. 205, n. a ecc.).
  5. Come.
  6. Serva di cucina, spiega Gold.: v. vol. II, p. 121, n. c ecc.
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