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IL FESTINO 51

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SCENA X.

La Marchesa Dogliata, la Baronessa Oliva, la suddetta, poi Stanga.

Baronessa. Madama, vi son serva.

Marchesa.   Madama, riverente.
Madama. M’inchino a queste dame divotissimamente.
(Stanga porta da sedere, e parte)
Baronessa. Siamo da voi venute, Madama gentilissima,
Bramando una notizia, che certo è importantissima.
Marchesa. Un consiglio da voi avere si desidera.
Madama. Mi onora chi di darlo capace mi considera.
Baronessa. Saprete che una festa si fa dal Conte... e poi,
Che occorre dir saprete, s’egli la fa per voi?
Madama. Non merto questi onori; ma pur[1] la sua bontà...
Marchesa. Non dite d’avvantaggio, il resto già si sa...
Madama. Amica, andiam bel bello. Se voi vi supponete...
Marchesa. Non vi pensate, amica...
Baronessa.   Eh via, si sa chi siete.
Madama. Orsù, parliamo d’altro; che avete a comandarmi?
Marchesa. Son qui da voi venuta, Madama, ad informarmi
Di cosa che, per dirla, mi pare interessante;
Se devesi stassera venir col guardinfante.
Madama. Io credo che si possa andar come si vuole.
Baronessa. Andar tutte uniformi è meglio, se si puole.
Marchesa. Io so che in qualche festa si sta in osservazione,
Che non ci sia negli abiti veruna distinzione.
Madama. La festa che fa il Conte, è cosa assai privata;
Ciascuna può ballare e vestita e spogliata.
Baronessa. Voi come andate? (a Madama)
Madama.   Ancora non ci ho pensato su.
Marchesa. Coll’abito di stoffa?
Madama.   Oh, non lo porto più.

  1. Zatta: per.
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