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82 ATTO QUARTO

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Conte.   (Disgraziato!) (da sè)

Contessa. E dice che ora venderlo pensate.
Conte.   (Scellerato!) (da sè)
Contessa. In verità mi spiace di quella gioja...
Conte.   (Indegno!) (da sè)
Contessa. Serbarla, se volete, potrei...
Conte.   (Ardo di sdegno), (da sè)
Contessa. Potrei qualche denaro somministrarvi anch’io.
Se dodici zecchini vi bastan... (colla borsa in mano)
Conte.   Sì, amor mio. (riceve la borsa)
Contessa. Compatite Balestra; lo fa per il decoro
Della famiglia nostra.
Conte.   Val Balestra un tesoro.
Contessa. Gradite l’amor mio?
Conte.   Sì, cuor pietoso umano.
Vado a supplir... lasciate ch’io vi baci la mano, (parte)

SCENA III.

La Contessa, poi Lesbino.

Contessa. Egli la man mi bacia; ma non gli vedo il cuore.

Non so per interesse sel[1] faccia, o per amore.
Lesbino. Vengono delle dame.
Contessa.   Se son delle invitate,
Passin liberamente senza far imbasciate.
Quel che alla porta bada, la lista ha dell’invito;
Se nasce qualche impegno, s’avvisi mio marito.
Lesbino. Sì, signora. (in atto di partire)
Contessa.   Ma senti: pian piano, e con bell’arte,
Quando Madama viene, avvisami in disparte.
Lesbino. Sarà servita. (come sopra)

  1. Ed. Zatta: s’ei ’l.
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