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30 ATTO PRIMO

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Marianna. Benissimo, madama, qual è il vostro paese?

Possidaria. Son di Cavalcaselle, soggetta al Veronese.
Marianna. E il Cavalier passando vi avrà probabilmente
Veduta e vagheggiata.
Possidaria.   No, non è vero niente.
Marianna. (È gentile per altro con queste sue mentite).
Possidaria. Come ci siam sposati, ve lo dirò. Sentite.
E di Scaricalasino il signor Cavaliere.
Suo padre e il padre mio faceano un sol mestiere:
Nel quale tutti due han fatto dei contanti
Col noleggiar cavalli, coll’alloggiar viandanti.
Le persone di grido conosconsi in lontano.
Trattaronsi i sponsali col mezzo d’un mezzano;
Onde di due ricchezze si è fatta una ricchezza.
Congiunto un po’ di spirito a un poco di bellezza.
Marianna. (Ridicola è davvero. Il suo natal si sente). (da sè)
Sarete più contenta qui...
Possidaria.   Non è vero niente.
Marianna. Ch’io per ben v’avvertifìca, signora, non vi spiaccia:
Così non si mentisce[1] delle persone in faccia.
Possidaria. Oh oh, se fosse vero quel che ella m’ha avvertito,
Me l'averebbe detto il mio signor manto.
Marianna. Con voi garrir non voglio.
Possidaria.   Garrir? vorrei sentirvi!

SCENA IX.

Nardo e dette.

Nardo. Il marchese di Sana vorrebbe riverirvi.

(a donna Marianna)
Marianna. Andrò nelle mie stanze. - (s’alza)
Possidaria.   No no, restate qua.
Non lo fate aspettare. So anch’io la civiltà.

  1. Nelle edd. dell’Ottocento: smentisce.
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