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IL CAMPIELLO 335

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Cate. Mo perchè?

Anzoletto. Cara siora, lassè
Che fassa i fatti mii, l’al saverà.
Vôi comprarghe un anello.
Lucietta. Aveu chiamà? (esce di fuori)
Cate. Lucietta, me consolo.
Lucietta. De cossa?
Anzoletto. Mo tasè. (piano a donna Cate)
Cate. De gnente.
Lucietta. Dime, cossa gh’è, Anzoletto?
Anzoletto. Gnente, gnente, fia mia.
Cate. Vàrdelo in ciera.
Lucietta. Mo cossa gh’è?
Cate. Ti el saverà stassera.
Anzoletto. (No la pol taser). (da sé)
Lucietta. Via, diseme tutto.
Cate. Che ghel diga? (a Anzoletto)
Anzoletto. Tasè. (a donna Cate)
Cate. Mo se no posso,
Se no me lassè dir, me vien el gosso[1].
Lucietta. Son curiosa dasseno.
Anzoletto. Via parlè..
Disè quel che volè.
Vago a tor quel servizio.
Lucietta. Ti va via?
Anzoletto. Vago, ma tornerò. Cara culìa! (parte)

SCENA III.

Lucietta e donna Gate.

Lucietta. Siora mare, contème.

Cate. Oe, sta aliegra, fia mia.
Ancuo, col torna, el vol sposarte.
Lucietta. Eh via!

  1. Gozzo.
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