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IL CAMPIELLO 361

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Sansuga. E pò ghe xe la bona man a mi.

Cavaliere. Ecco mezzo ducato[1].
Sansuga. Obbligatissimo.
Cavaliere. Siete contento ancor?
Sansuga. Son contentissimo.
Cavaliere. Dite che ponno ritornare a basso.
Sansuga. Me par che i vegna; sèntela che chiasso? (parte)

SCENA VII.

Il Cavaliere, poi Gasparina.

Cavaliere. Oh, se finisco il carnevale in bene,

È un prodigio davvero.
La borsa va calando; se Fabrizio
Mi facesse il servizio
Di darmi sua nipote,
Oh, mi accomoderebbe un po’ di dote!
Finalmente è di sangue
Nobile, e se sua madre
Era d’altra genia,
Una dama non fu ne men la mia.
Gasparina. El cavalier Aztolfi.
Cavaliere. Oh mia signora,
Or che so il grado vostro,
Di donarvi il mio cor mi son prefisso.
Nobile siete, il so.
Gasparina. La reverizzo. (sostenuta)
Cavaliere. Lo zio mi ha confidato,
Ch’ambi siam d’una patria, e che ambi siamo
Poco più, poco men....
Gasparina. Già lo zappiamo.
Cavaliere. Egli vuol maritarvi.
Gasparina. Cuzzì è.

  1. Mezzo ducato d’argento conispondeva a quattro lire venete (lire italiane 2.28).
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