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122 ATTO PRIMO

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Lucietta.   Quel marzer[1].

(piano a Felice)
Felice. La vorlo tor? (piano a Lucietta)
Lucrezia.   Seu matta? se el gh’ha un’altra muggier.
(piano a Felice)
Felice. Cossa che me contè!
Bettina.   Siora mare, vien tardi.
Lucietta. Cossa voi dir, patrone, quei galanetti[2] sguardi[3]?
Marinetta. I xe all’ultima moda. Ghe ne voleu?
Lucietta.   Mi sì.
Marinetta. Ve ne posso dar uno.
Bettina.   Siora Marina, e mi?
Marinetta. Uno a anca vu, sì ben.
Felice.   Oe digo, Marinetta...
(le fa un cenno)
Marinetta. Eh sì, sì, v’ho capìo; lasso che le se i metta.
Lucietta. Cara siora Felice, cossa gh’aveu paura?
Bettina. No me par che sta moda la sia una cargadura[4].
Un poco de galan...
Felice.   Cossa m’importa a mi?
Lucietta. Se le lo porta ele, el se convien più a ti.
Marinetta. Sì ben, tutte d’accordo. Me vago a inmascherar.
Parecchio el galanetto, e vel vegno a portar.
Felice. Oe, sentì, Marinetta...
Marinetta.   (So quel che volè dir.
Lassème far a mi, che me vôi devertir).

SCENA VIII.

Siora Felice, siora Lucietta e siora Bettina.

Felice. (Sì, sì, de Marinetta capisso l’intenzion

Ma no vorria che in tante se fasse confusion.
Ele no le sa gnente).

  1. Merciaio.
  2. Nastrini, fettucce.
  3. Sguardo, vermiglio, rosso acceso: Patriarchi e Boerio.
  4. Caricatura, affettazione: Boerio.
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