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186 | ATTO QUARTO |
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Cossa distu? Più a forte. Par che ti parli in fià[1].
Tonina. (Mostra di arrabbiarsi, e parte ridendo.)
Luca. No ghe sento più gnente. Tonina s’ha instizzà.
Son sordo affatto affatto. Cossa mo se pol far?
No vôi gnanca per questo andarme a sotterrar.
Cussì no sentirò dir mal dai servitori.
No poderè la ose sentir dei creditori.
E se qualcun mia fia me vien a domandar,
Posso, co no ghe sento, la dota sparagnar. (parte)
Fine dell’Atto Quarto.
- ↑ «Sottovoce»; Cameroni. Fià, fiato, alito.
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